Naturalmente io non ho vissuto l’età del fascismo e la conseguente guerra, ma mi sono informato molto sull'epoca. Quello che succedeva nella Salerno che fu all'epoca del Fascismo succedeva nell'Italia intera.
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Stranamente è in quel periodo che in Italia si è cominciato a parlare di villeggiatura. Si iniziava a parlarne da metà marzo:
<< Allora dove ve ne andate di bello quest’estate? >>
Ma poi alla vigilia delle partenze, fiorivano le giustificazioni suggerite dal buon senso:
<< Viviamo già in un posto di mare che i milanesi c’invidiano. I ragazzi sono affezionati alla loro spiaggia, chi li porta via? >>
Oppure: << Siamo così fortunati noi che abitiamo sotto le Alpi! Dove si trova un’aria migliore di questa? Io a sera devo mettermi il golfino. >>
La geografia della penisola privilegiava la povertà. Tutti quelli che abitavano in prossimità della costa, dei laghi, delle colline e delle montagne, praticavano il pendolarismo quotidiano, in bicicletta o coi mezzi pubblici.
Non si muovevano i contadini, non si allontanavano i paesani. Insomma la vera villeggiatura era una possibilità per pochi fortunati.
Può sembrare esagerato, ma io la prima volta che ho sentito parlare di villeggiatura avevo quasi 14 anni, venni a sapere che i miei cugini Napoletani, che io consideravo ricchi e fortunati, avevano affittato una casa sette giorni ad Ischia _
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Per chi ama le storie della Salerno che fu:
http://rideresalerno.blogspot.it/2017/02/la-salerno-che-fu-97.html
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