Salerno di notte

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SALERNO SENSACIONAL

venerdì 4 luglio 2014

LA SALERNO CHE FU’ ! (7)


Il primo ricordo della mia vita è una lampada fioca e un rumore martellante, forse avevo circa tre anni. Mi sono sempre chiesto perché non avessi nessun ricordo dei primissimi anni della mia vita. La risposta l’ho avuta leggendo una soddisfacente spiegazione scientifica sul funzionamento del cervello. Sembra che nei primissimi anni di vita, esso non sia ancora sviluppato in tutte le sue parti, quindi non è in grado di memorizzare le prime esperienze. Sarebbe stato meraviglioso, penso, avere la possibilità di ricordare il giorno della propria nascita. La prima immagine, il primo viso familiare. Se ci pensate, tutti i parenti possono ricordare qualcosa del giorno della nostra nascita, tranne Noi. 

Io Sono nato   il 21 Marzo.  Non è vero, sono nato il 22 Marzo! Come si fa a falsificare una data di nascita, e poi perché?  Nell'anno della mia nascita, una nota azienda tessile aveva pensato di donare una coperta ai bambini nati il 21 marzo, per la fine dell’inverno e l’inizio della primavera. Naturalmente non era qualcosa che si faceva solo a Salerno. Negli anni del dopoguerra non c’era tanta differenza tra vivere al nord o al sud. Anche avere una coperta nuova, all'epoca, aveva un suo valore.



Io non lo so cosa ci vuole per spostare di un giorno la nascita di un figlio, i miei lo hanno fatto per una coperta! Ogni tanto, da ragazzino, osservavo questa coperta. L’avrei voluta tenere con me tutta la vita come un caro ricordo, sembra sia sparita durante il terremoto del 1980’.

Nella vita di quante cose si può essere assolutamente certi? Passeggiando per il  cimitero si può leggere la data di nascita e di morte dei defunti. Almeno di questi dati si dovrebbe essere sicuri! Quando si è in vita l’unico riferimento certo è la data di nascita. Io ogni volta che devo dire la mia data di nascita ricordo che non è vera. La mia vita è iniziata con una bugia. 

Ma cos'era quel rumore martellante di cui parlavo prima? La mia giovane Madre faceva un lavoro casalingo per arrotondare le magre entrate familiari. Mio padre aveva un negozio di fiori a via Paolo De Granita, ma se avevamo tante difficoltà a pagare un affitto di casa, era evidentemente il bisogno di sostegno economico. Lei rammendava le calze da donna. Una volta si faceva così, le calze si aggiustavano con una specie di ago elettrico, non si gettavano una volta smagliate. Non so cosa portasse economicamente questo lavoro a mia madre.
So solo che il mio primo ricordo è questo. Ricordo solo una luce fioca  e un rumore  fastidioso, l’ago elettrico ripara calze.

Abitavamo a Salerno, in zona Carmine. A pochi passi dal nostro negozio di fiori. La casa era piccolina e a piano terra. Ma per una coppia con bimbo, andava ancora bene...

Se l'argomento ti piace t'invito a leggere:
http://rideresalerno.blogspot.it/2014/06/la-salerno-che-fu-6.html

                                                                                                                   

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