Salerno di notte

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SALERNO SENSACIONAL

giovedì 8 dicembre 2016

LA SALERNO CHE FU’ (86)

il mio rapporto con la Scuola non è stato malvagio.

La questione non era se mi piaceva andare a Scuola oppure no. Era l’alternativa che non mi andava! Ai miei tempi quando un ragazzino non aveva voglia di studiare, i genitori gli dicevano: 

<< Non vuoi studiare? Ti mandiamo a lavorare! >>  Io invece già lavoravo nel negozio di fiori di mio padre. L’unica maniera di stare  un poco lontano dal lavoro era appunto "Andare a Scuola."

Io a Scuola andavo benissimo. E' tornando a casa che mi perdevo sempre! Il senso è che cercavo di approfittare un poco del tempo morto fra andata e ritorno per qualche forma di svago.

Mi piaceva l’Italiano, la Storia in particolare, ma odiavo la Matematica. Non riuscivo mai a trovare il massimo comune divisore  o il minimo comune multiplo di qualsiasi numero. Non è una cosa semplice, sono passati decenni e ancora mi hanno detto che i ragazzi a Scuola le cercano queste cose, devono essere proprio difficili da trovare.

Non parliamo poi del Teorema di Pitagora, la somma del quadrato costruito sull'ipotenusa e sui cateti. Non riuscivo a capire il motivo di andare a costruire questi quadrati sulle ipotenuse! Il mio odio per la Matematica terminò l'anno in cui fui rimandato in questa materia alle scuole medie. Dovevo fare l’esame di riparazione a settembre, e mia madre mi trovò una specie di insegnante per farmi fare qualche ripetizione.

                                                                                        Io ero un poco scettico ma la cosa funzionò alla grande. Il tipo aveva un metodo infallibile per aiutarmi, ogni volta che non mi vedeva concentrato sulle operazioni e sulle equazioni, mi prendeva a schiaffi! Feci un rapido progresso.

Negli anni seguenti la Matematica divenne la materia in cui riuscivo meglio! Comunque anche se avevo un motivo valido per andare a Scuola, cioè evitarmi un poco di lavoro, specialmente alle elementari, la mattina andavo a Scuola con lo sguardo triste, al ritorno ero molto più allegro. Qualcuno che mi vedeva tornare da Scuola felice poteva anche pensare che mi piaceva andare a Scuola! Io gli dicevo: << Per favore non confondete  l’andata con il ritorno! >>

Comunque posso affermare con soddisfazione, che nei nuclei familiari numerosi a cui sono appartenuto, mia madre quarta di cinque figli, mio padre primo di dieci figli, quasi tutti a loro volta sposati con numerosa progenie, sono stato il primo ad arrivare ad un Diploma. Naturalmente ho preso 36/60, il minimo.


La Commissione dell’Esame Di Stato ha avuto qualche dubbio su di me solo alla fine dell’interrogazione. A quel punto tutti gli esaminandi dovevano apporre la loro firma su di un registro. Qualche professore mi fece notare che io scrivevo il mio nome, Tommaso, con una sola emme. Infatti me lo fecero riscrivere, poi mi chiesero se sapevo che Tommaso si scrive con due emme. Che Domande!

Per quelli che amano le storie della Salerno che fu:
http://rideresalerno.blogspot.it/2016/12/la-salerno-che-fu-85.html

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