Salerno di notte

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domenica 11 dicembre 2016

LA NAPOLI CHE FU’ (5)



Con il termine: «PADRONE DI CASA», a Napoli si indicava, in realtà si indica ancora, il proprietario di un appartamento, (al tempo considerato un fortunato mortale). 

La più colorita descrizione di un Padrone di casa, fu fatta da Riccardo Pazzaglia in un suo vecchio libro, la situazione era da lui descritta in questa maniera: 

<< Il Padrone di casa è considerato il simbolo del male, il nemico, il tempo inesorabile, il destino ineluttabile. Soltanto la notizia della sua apparizione, anche agli estremi confini del rione, fa scattare il dispositivo di emergenza, piano già pronto per evitare prima di tutto il contatto verbale e visivo con lui e, in caso di fallimento, impedirgli ad ogni modo l'accesso all'appartamento. 



Nell'impossibile ipotesi che quella belva assetata di pigione riesca a forzare il blocco, si creeranno le condizioni per impietosire gli ufficiali giudiziari e le guardie comunali. In tutte le famiglie infatti c'è un bambino (già preparato all'occorrenza) specialista nel fare il "Piccerillo malato!" 

All'arma del bambino malato, il padrone di casa contrappone l'arma della figlia che è prossima al matrimonio. Incredibilmente ogni padrone di casa possiede una figlia le cui nozze sono sempre imminenti e ineluttabili. Quindi ha l'urgente necessità di rientrare precipitosamente in possesso dell'abitazione! >>

Una terribile guerra di posizioni sempre diverse!

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