Quando hai sette anni la cosa più bella che ti possa capitare si chiama «Piressia», termine scientifico con il quale si intende una elevazione della temperatura corporea al di sopra del valore considerato normale. In una parola sola, molto più familiare e riconosciuta: FEBBRE!
Nella mia Salerno che fu, conquistare anche soltanto un misero 37,2 significava un giorno di vacanza da scuola, le attenzioni della mamma e forse un giornalino da leggere nuovo. Se eri fortunato e l’amico termometro segnava 38 o anche di più, venivi dichiarato ufficialmente «Malato» e questo significava ricevere le attenzioni di tutti i parenti vicini e lontani, che i giorni di vacanza sarebbero diventati almeno tre perché «le ricadute sono pericolose», e che i nonni sarebbero venuti a casa a portarti dei dolci.
maestro e matematica, il principale alleato è la Febbre.
Se dovessimo compilare una Hit-Parade dei giorni più felici della nostra vita, tra i primi in classifica ce ne sarebbe di sicuro qualcuno in cui ci siamo trovati nella nostra cameretta ammalati.
Poi, per fortuna o per sfortuna, si cresce.
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Per chi ama le storie della Salerno che fu:
http://rideresalerno.blogspot.it/2017/02/la-salerno-che-fu-94.html
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