Nella Salerno che fu, per mantenere allegri e calmi i bambini mentre gli si tagliavano i capelli, numerosi barbieri avevano in bottega un seggiolino di ghisa fatto a forma di cavallino. A volte neanche questo bastava per farci stare fermi.
E ricordate il cestino dell’asilo? C’era il cestino azzurro per i maschietti e quello rosa per le bambine, ma potevano anche essere assolutamente neutri o con colori diversi, perché allora l’importante non era il contenitore, ma il contenuto, insomma la merendina preparata dalla mamma, mica il cornetto del bar.
Nelle scuole c’erano banchi di legno massiccio a piano inclinato con il buco per il calamaio, e ci si divertiva ad incidere la loro superficie e poi a riempire le incisioni con gli scarti dei colori a cera temperati dai temperini e riscaldati con le mani.
Per noi bambini, la discesa dal cielo di centinaia di piccoli paracaduti era uno spettacolo, ed era assolutamente impressionante la bagarre che si scatenava sulle spiagge per raccogliere i paracaduti: tutti contro tutti sia sul bagnasciuga che in mare.
Molte volte questo era causa di risse tra le madri che tentavano di accaparrarsi il dono per i loro bambini.
Per altri divertenti Post sulla Salerno che fu:
http://rideresalerno.blogspot.it/2015/12/la-salerno-che-fu-57.html
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