Naturalmente era nel corso principale di Salerno che trovavi i migliori cinema. Uno di fronte all'altro c’erano il “Metropol” e il “Capitol”.
Per entrare al "Capitol" senza pagare avevo elaborato un piano complicatissimo, da banda del buco in piena azione. Altro che i soliti ignoti!
Normalmente le uscite di sicurezza erano fronte strada e chiaramente risultavano ben chiuse per impedire che diventassero entrate alternative per non paganti. Invece l’uscita di sicurezza del Capitol era in un cortile interno di un palazzo adiacente al cinema. Da un sopralluogo sul posto mi accorsi che era possibile accedere a questo cortile anche calandosi da un finestrone del primo piano dello stesso palazzo.
Insomma bisognava entrare nel palazzo eludendo la sorveglianza del portiere, salire al primo piano, aprire velocemente il finestrone, calarsi con cautela dopo essersi accertati che alcun testimone potesse notare l’intrusione. Saltare due metri giù e infine salire una scala che portava a questa uscita di sicurezza. In quel palazzo c’era anche la redazione di un quotidiano “Il Mattino”, così a volte per entrare dicevo al portiere che dovevo salire al giornale.
Insomma se qualcuno scendendo a piedi nel portone chiudeva il finestrone da cui mi calavo io potevo rimanere prigioniero nel cortile a tempo indeterminato.
Un altro metodo per andare al cinema richiedeva la partecipazione del mio fratello minore, Lino. Mio padre aveva l’abitudine il pomeriggio di giocare a carte con gli amici nel nostro negozio di fiori. Io convincevo Lino ad andare a chiedergli i soldi per il cinema. Mio padre per non fare brutta figura con gli amici, o se stava vincendo a carte o semplicemente perchè era allegro, glieli dava. A volte era arrabbiato oppure stava perdendo a carte e allora Lino le prendeva. Infatti non sempre era felice di andare a chiedere soldi al padre!
Per chi ama le storie della Salerno che fu:
http://rideresalerno.blogspot.it/2016/03/la-salerno-che-fu-65.html
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