Salerno di notte

Salerno di notte
SALERNO SENSACIONAL

giovedì 20 aprile 2017

LA SALERNO CHE FU’ (104)


Naturalmente io non ho vissuto l’età del fascismo e la conseguente guerra, ma mi sono informato molto sull'epoca. Quello che succedeva nella Salerno che fu, all'epoca del Fascismo, succedeva nell'Italia intera.

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Dopo la scuola del mattino incominciava, anche nella Salerno che fu, il lavoro: era un dovere sia nei confronti del padrone che aveva dato il permesso di iscriversi alle elementari, sia nei confronti dei genitori. 

Al pascolo, i ragazzi più volonterosi, portavano con sé i libri, ripassavano la lezione e studiavano la poesia da mandare a memoria per l’indomani. Il pastorello, anche se doveva accudire a un branco di porci, era un privilegiato: fantasticava a voce alta, si sentiva autonomo, allevava dentro di sé, in libertà, l’odio per il padrone e spesso per i genitori, bersagliava gli uccelli con la fionda, raccoglieva castagne, more e gelsi, rubava frutta.



Più faticoso, anche se ritenuto leggero e quindi adatto ai ragazzi, era l’incarico di andare a far legna nei boschi: abbattere con l’accetta un alberello poteva costare una fucilata, si preferiva strappare con le mani i rami secchi, raccogliere quelli lasciati cadere dai boscaioli e legarli in una grossa fascina da portare a casa in spalla o sulla testa. Oltre che ai ragazzi questo lavoro spettava alle donne.

Anch'esse facevano la loro parte, raccoglievano foglie secche per accendere il fuoco ed erbe selvatiche, mentuccia, rosmarino, lattugaccia, raperonzoli, che poi vendevano nei mercati della Salerno che fu.

Per chi ama le storie della Salerno che fu:
http://rideresalerno.blogspot.it/2017/04/la-salerno-che-fu-103.html

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