Naturalmente io non ho vissuto l’età del fascismo e la conseguente guerra, ma mi sono informato molto sul periodo. Naturalmente quello che succedeva nella Salerno che fu, all’epoca del fascismo, succedeva nell’Italia intera.
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Per quasi un decennio, il primo dell’era fascista, i proprietari dei Cinematografi ebbero fama poco migliore di quella di chi gestiva una casa di prostituzione. Non certo per la qualità degli spettacoli, a cui quasi nessuno badava, quanto per il buio della sala.
Una folla che entrava in una sala per sprofondare nell'oscurità, secondo la morale comune, aveva di sicuro fini sordidi: il palpeggio, il borseggio e affini.
Non ci si poteva fidare di chi entrava, soprattutto se giovane, ecco i controlli a ripetizione dei biglietti, e i poveracci presi per un orecchio e trascinati in strada a calci da energumeni, in divisa quasi da circo, che funzionavano da maschere.
Era proibito assistere a un film più di una volta, i buttafuori entravano in sala e sgomberavano posti secondo il loro umore:
« Fuori! Lei è qui già da due ore, mi ricordo. »
Per chi ama le storie della Salerno che fu:
http://rideresalerno.blogspot.it/2017/05/la-salerno-che-fu-107_24.html
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