Chi più di tutti prestava aiuto, nella Napoli che fu, era la vicina di casa. A questo proposito ha scritto qualcosa in un suo libro Riccardo Pazzaglia:
La "Signora a Fianco" è una istituzione Napoletana. Quando in casa manca qualcosa all'ultimo momento, si bussa alla porta di fronte e si chiede alla vicina. Prezzemolo, basilico, un limone, ago e filo, sale e pepe, fogli e buste: la signora a fianco immancabilmente ha tutto, e lo presta volentieri.
Al vico Limoncello non avevamo nessuno 'a fianco', ma sopra di noi c'era la famiglia Cirillo, ed era tale l'andirivieni dei D'Orta e dei Cirillo nelle rispettive case, che le porte d'ingresso erano lasciate aperte tutto il giorno, rimanevano chiuse solo quando si andava a letto. Allora infatti non si temevano ladri e scassinatori, un po' perché nelle case c'era ben poco da rubare, un po' perché erano tempi più sicuri di questi.
Oggi, la 'Signora a Fianco' non sappiamo neppure che faccia abbia (ne sentiamo soltanto i rumori), e quando in casa manca qualcosa all'ultimo momento, ci chiediamo disperati come rimediare. A meno di non scendere in strada e acquistare quanto ci serve, bisognerà rinunciare a condire l'insalata col limone, o a prepararci una tazza di caffè, o a cucinare una frittata.
Ma se anche, spinti dalla necessità, decidessimo di bussare alla sua porta (blindata), nei timorosi momenti di attesa, dovremmo domandarci: ci aprirà? Dopo averci osservati ben bene dallo spioncino, prenderà a cuore la nostra richiesta di aiuto? Terrà a freno il cane?
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