La sera del 17 gennaio era una data molto attesa. Eravamo tutti entusiasti a fare i preparativi per la Piramide Di Fuoco!
Questa usanza del fuoco collegata a Sant'Antonio, per me era un mistero; e tuttora non mi pare di averci trovato nessuna spiegazione ragionevole. Fatto è, che qui da noi, a Salerno, ma anche in altre zone d’Italia, vigeva questa antica Tradizione. Dare fuoco a una grande pira preparata con cura i giorni precedenti.
Noi abitavamo nelle palazzine popolari di Salerno, in zona Vestuti, dalla parte dei distinti dello stadio, queste palazzine avevano ampi cortili davanti che ci permettevano mille giochi, e una volta all'anno, erano sede della Lampa in oggetto. Questo era il nostro cortile che ospitava il fuoco:
E stavamo per ore ad ammirare la fiamma, a commentare gli scoppiettii di qualche mobile più vecchio che lanciava scintille in tutte le direzioni. Era inverno inoltrato, e normalmente la serata era molto fredda. Tutti intorno al fuoco per ore, chissà quali pensieri affollavano la nostra mente, forse pensavamo a come sarebbe stata la nostra vita futura. O più terra terra, se il nostro fuoco, in qualche misura era più grande e imponente dell’anno prima; o almeno migliore dei fuochi nelle piazze vicine.
Quasi tutti, alla fine, portavano a casa un po' della brace residua. Veniva riversata nei bracieri casalinghi, che all'epoca, erano l'unico sistema di riscaldamento. Fra le altre cose, nella lampa si bruciavano gli alberi di natale sopravvissuti alle feste. Essa rappresentava per noi l’inizio del periodo di carnevale.
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