Uscivo, montavo in bicicletta ed ero a casa di un mio amico. Suonavo il campanello o semplicemente entravo senza bussare e, lui era li, non trovava scuse alcune, non aveva niente di meglio da fare. Era contento di vedermi, e uscivamo a giocare insieme. Anche la madre era contenta di vedermi e mi preparava qualcosa di gustoso da spalmare su di un pezzo di pane.
Il mio amico, prendeva la sua bici e mi seguiva.
A volte i freni non funzionavano bene, Sono problemi seri? Mettevamo il piede sulla ruota anteriore consumando le scarpe già rotte.
Rispondevano semplicemente:
“ Non ci sono soldi! “
Non veniva a nessuno in mente di mettersi a piangere e a frignare. Dicevamo: “ Peccato! “
Due secondi dopo tornavamo a sorridere spensierati.
Alla sera, d’estate o d’inverno, non c’era molta differenza, scendevamo sotto casa a giocare.
Non c’era bisogno di spendere soldi per questo. Giocavamo a nascondino, avevamo tutto il verde dei prati che circondava l’abitato, e quando veniva buio, le lucciole venivano a giocare con noi.
E quando avevamo qualche lira? Il nostro centro commerciale era una semplice bancarella.
Potevi trovarci giochi e caramelle, tutto a poche lire. Come era semplice la vita nella Salerno che fu!
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