Ai nostri tempi, nella Salerno che fu, c’era grande discrezione nei rapporti. Le coppiette si davano la mano in privato, il primo bacio era una cosa a due, non c’era bisogno di condividere il momento con tutto il mondo.
Oggi invece si sente l’esigenza di fare conoscere perfino la propria vita privata e intima, chissà perché poi. Si era padroni della propria vita, capaci di gustarci ogni attimo senza fretta. Non si viveva per apparire, ma per dare un senso compiuto e sostanzioso alla propria esistenza.
Avevamo una vita da portare avanti, ma era la nostra, senza condizionamenti, l’unico limite era il buon senso. Perché dobbiamo dimostrare sempre qualcosa? Perché bisogna avere un lavoro speciale? Perché tanti amici (virtuali o meno) non importa? A cosa ci serve possedere l’Ipad di ultima generazione?
A volte qualcuno pensa a come sarebbe bello ritirarsi su qualche montagna o aprire un agriturismo. Ma chi ha il coraggio di lasciare la connessione ad Internet? Siamo, purtroppo o per fortuna, figli del nostro tempo. Questo tempo maledetto!
Per chi ama Salerno e le sue storie:
http://rideresalerno.blogspot.it/2015/11/la-salerno-che-fu-53.html
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