Naturalmente i nostri pomeriggi tra un gioco e l’altro, erano conditi dalle merende della mamma.
Quel pane e cioccolata che non tornerà più. E poi c’era l’uovo sbattuto della Nonna, una delizia cremosa che ci estasiava lo spirito e cariava i denti. La versione che io amavo di più, si faceva sbattendo con mano ferma e vigorosa, veloce ma accorta, un bel rosso d’uovo, magari nostrano, con abbondante zucchero bianco per molto tempo, più tempo possibile, fino ad ottenere una crema morbida e vellutata. Ottimo anche con i biscotti, e con un goccino di caffè!
La prima merendina che io ricordo e che mia madre mi comprava sempre dal salumiere era la Brioss Ferrero. Naturalmente non ha niente da spartire con quella che si vende oggi. Era proposta in due gusti, con confettura di albicocca o di amarena. Ma era uno spettacolo di sapori.
Poi arrivò il “Buondì” Motta, che si impose come merendina confezionata e giunse a sostituire la classica brioche consumata al bar insieme al cappuccino. Il suo successo consisteva nell'impasto a lievitazione naturale, che richiamava la classica colomba pasquale, della quale il “Buondì” conservava la glassatura all’amaretto e la guarnizione di granella di zucchero.
Naturalmente anche il sapore di quei primi buondì Motta è stato completamente perso!
Per chi ama le storie della Salerno che fu:
http://rideresalerno.blogspot.it/2016/01/la-salerno-che-fu-58.html
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