Da quello che si ricorda degli anni 60’, a Salerno la gente cercava di lavoricchiare proprio come noi oggi, ma ci si accontentava di più e quasi tutti sembravano essere moderatamente felici.
Il massimo era il sabato sera in pizzeria, ogni tanto, e se c’erano i soldi. Altrimenti si andava a casa di amici. Si stava insieme, si parlava, si passeggiava, si ballava, si sorrideva alla vita, e tutto solo perché si era insieme.
Il ritmo di vita era più lento di oggi e quindi congeniale per un’esistenza serena. Sarà mica tanto meglio correre per la strada, sfrecciare con i carrelli nei supermercati, suonare al semaforo rosso come se fosse colpa sua se è rosso e urlare al tipo davanti che ci ha messo mezzo secondo in più ad accelerare quando è scattato il verde?
Ma perché corriamo così? Chi ce lo fa fare? Come mai la società si è trasformata in un annientatore del tempo? Le cose vanno per caso meglio così? E’ davvero aumentata in questa maniera la qualità della nostra vita?
Sinceramente questa mattina quante volte ci siamo messi a controllare gli SMS e le MAIL? Ce lo ha chiesto qualcuno per caso? No! E allora perché lo facciamo?
La nostra mente corre sempre, non sta mai ferma, non ci riesce. Cosa succederebbe se tutti rallentassimo. E se qualche volta, tanto per cambiare, passassimo qualche giornata senza internet e senza i telefonini?
Come passeremmo il tempo, come gestiremmo la nostra vita? Scommettiamo che saremmo tutti moderatamente più felici?
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Per altri Post sulla Salerno che fu:
http://rideresalerno.blogspot.it/2015/10/la-salerno-che-fu-51.html
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