Ai miei tempi e dalle mie parti non esistevano i ricchi. I ricchi erano solo a Milano.
Da noi nel 1950 tutti eravamo poveri. Vista la fame dalla quale si era appena usciti dopo la guerra, il cibo non si sprecava.
Per esempio dopo i matrimoni, all'uscita della chiesa, non si lanciava di certo il riso, bene prezioso e raro. Ognuno si arrangiava come poteva e quando gli sposi uscivano dalla chiesa, piovevano sulle loro teste oggetti di ogni tipo, petali di fiori, foglie, ma anche mattoni, tondini di ferro, colpi di pistola, biglie di vetro o di acciaio.
Non possedevano ville.
Non avevano cavalli.
Non avevano la Ferrari.
Non avevano né yacht né aereo privato.
Né piume, né struzzi, niente di niente.
Vivevano in un monovano di tre stanze.
Erano in 18.
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