Io non ho vissuto l’età del fascismo e la conseguente guerra, ma mi sono informato molto sull'epoca. Naturalmente quello che succedeva nella Salerno che fu, all'epoca del fascismo, succedeva nell'Italia intera.
In quegli anni i figli maschi, dopo la scuola, raggiungevano il padre sul lavoro. Era un’usanza tollerata anche negli uffici comunali perché ammantata da principi morali.
I bambini non dovevano stare in casa a infastidire le madri che lavoravano, né andare a zonzo; Era bene che imparassero il mestiere paterno.
Nella pratica i ragazzi finivano per lavorare sul serio e gratis: venivano mandati a fare commissioni, trasportavano i secchi di calcina se il padre era muratore, ripulivano la bottega, riempivano i misurini di granaglie in negozio, imparavano ad avvitare bulloni, a riparare le biciclette, a piallare. Prima dei dieci anni erano già eccellenti apprendisti e pochi di loro, avrebbero in seguito cambiato mestiere, se non quel tanto imposto loro dall'evoluzione tecnologica e sociale.
E solo ai nostri giorni che i giovani non sanno realmente che lavoro fare.
Per chi ama le storie della Salerno che fu:
http://rideresalerno.blogspot.com/2017/05/la-salerno-che-fu-106.html
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