LE VOSTRE STORIE (3)

Sono cresciuta in una famiglia povera, mio padre faceva il muratore, mia madre faceva le pulizie, crescere cinque figli richiede molti sacrifici.

All'età di cinque anni ebbi un incidente, un auto m’investi e questo mi causò dei danni alla colonna vertebrale, fra l’altro avevo problemi a controllare i miei bisogni corporali e i miei compagni di scuola iniziarono a prendermi in giro. Io reagii in modo sbagliato ed iniziai a essere violenta.

Essendo una bambina ribelle i miei genitori decisero di rinchiudermi in collegio. Le suore ci trattavano male con continue punizioni. Ogni suora controllava quindici bambine in una camerata e non erano ne amorevoli ne compassionevoli. Io non avevo fatto ancora la prima comunione così mi tenevano lontana dalle altre bambine come se avessi qualcosa che potesse contagiarle. Insomma per me fu un’altra brutta esperienza.

Tornai a casa e i miei decisero di mandarmi al catechismo, ma le brutte esperienze non erano finite, quando arrivò il mio turno per confessarmi il prete mi disse di aspettarlo in carestia, io capii subito che aveva cattive intenzioni, ebbi paura e scappai. Arrivata a casa, a mia madre che cercava di calmarmi parlai del prete pedofilo, lei mi schiaffeggiò come se avessi bestemmiato e non credette alle mie parole, così mi sono fatta la comunione e la cresima ma stando sempre attenta a quel prete. Lui cercava di cogliere tutte le occasioni per avvicinarmi e io fuggivo.

Diciamo che con le esperienze negative che avevo accumulato in materia religiosa e la mancanza di comprensione in famiglia pensai che potevo contare solo su me stessa.

All'età di diciotto anni ho conosciuto un ragazzo e ci siamo sposati, ho avuto con lui due figli, ma mio marito è morto poco dopo per un infarto e mia suocera, invece di aiutarci, ci mise fuori di casa.

All'età di ventiquattro anni conobbi un bravo uomo, così sembrava, era ben vestito e premuroso con i miei figli. Non me ne ero accorta ma avevo sposato un mafioso. Dei suoi cinquantaquattro anni, ne aveva fatti trenta in carcere. Mi dovetti adeguare, ormai l'avevo sposato, e con lui ho avuto un terzo figlio che all'età di cinque anni venne ucciso barbaramente da un ragazzo più grande. 

E dopo qualche anno morì, in un incidente, anche il mio secondo marito, ed io finii in carcere per spaccio di droga internazionale. 

Io pensavo che Dio era lontano da me e che tutto quello che mi era successo nella vita era un suo castigo, in fondo me lo meritavo.  

Ma in carcere conobbi una volontaria Testimone Di Geova. All'inizio reagii male ai suoi tentativi di aiutarmi, ma lei era speciale, mi aiutò a prendere la licenza media, senza di lei non ci sarei riuscita. Riusciva a persuadere tutti ed era evidente su di lei la guida di Dio.

Purtroppo la mia vita sembrava ormai segnata in una maniera definitiva e una volta finita la pena ricominciai a condurre una vita balorda. Dormivo di giorno e la notte giravo per i bar. Giocavo d'azzardo nelle bische e cercavo di risolvere i problemi con gli altri con le minacce e con i pugni.

Nel 2001 mio padre si ammalò così dovetti assisterlo giorno e notte per mesi in ospedale, e anche li, vedendo quelle sofferenze, mi chiedevo dove fosse Dio. 

Finché una notte mi sono guardata nella vetrina di un negozio e non mi sono piaciuta. Ho alzato gli occhi al cielo e ho detto: << Dio se ci sei veramente, fatti conoscere! >>

Non lo so cosa è successo ma mi vennero in mente le parole:  << Questa è la via cammina per essa >>.

Io non ricordo se le ho lette da qualche parte o se me le ha citate qualcuno, ma successe proprio così. Il giorno seguente vennero da me due belle ragazze a predicarmi, mi presentarono un opuscolo e poi mi fecero vedere un'immagine e mi dissero: 
<< Ti piacerebbe vivere qui? >> 

Io non ricordo il titolo dell’opuscolo ma ricordo l'immagine che per me divenne subito qualcosa di vivente. C’era una cascata limpida e io sentivo il canto degli uccelli, delle farfalle dai bellissimi colori e degli alberi verdi e rigogliosi. Ai miei occhi quella immagine era reale. 
<< Certo che mi piacerebbe vivere qui. >> Risposi.

Quando venivano a trovarmi facevo tante domande e loro mi rispondevano sempre con la Bibbia e mi facevano ragionare cosi dopo un poco ho iniziato a studiare. Nel 2007 mi sono battezzata e ora servo Geova come pioniera regolare dal 2010. Ho anche due studi biblici che spero di condurre al battesimo. 

Geova non mi ha mai abbandonata, solo adesso me ne rendo conto che era con me anche se non me ne accorgevo. Oggi sento su di me la sua benedizione. Ho cercato di trasmettere la verità a qualche mio parente senza successo ad eccezione  di un mio fratello più grande che si è battezzato nel 2019. Comunque non mi arrendo.

I miei genitori sono morti consapevoli che un giorno saranno risuscitati. Nei suoi ultimi anni di vita mia madre studiava con me, e a mio padre piaceva il modo in cui gli parlavo. Un altro mio fratello, che è stato un mio grande oppositore, quando si è ammalato di cancro mi chiamava in continuazione come se volesse chiedermi scusa, e io l'ho accompagnato alla morte dicendogli che un giorno ci saremmo rivisti nel nuovo mondo.

Sono stata anche felice di avere rincontrata  la prima Testimone Di Geova, quella che avevo conosciuta  in carcere, lei non ci poteva credere che ero divenuta una sua sorella spirituale. 

Nella mia vita mi sono capitate tante cose brutte, alcune molto brutte, ma da quando servo Geova mi capitano tante cose belle, ve ne dico una:

Una volta uscita dal carcere avevo mantenuto i rapporti con alcune donne conosciute li, ci sentivamo per telefono con alcune o ci scrivevamo delle lettere. Avevo specialmente a cuore una donna Napoletana che stava attraversando un periodo difficile. Anche a lei era morto un figlio. Immaginate la mia sorpresa quando un giorno ho ricevuto una sua telefonata, e mi ha detto che grazie a me, alle mie lettere e alle mie telefonate, sta studiando la  Bibbia con i Testimoni di Geova.

Io le ho risposto:  
<< Vai avanti e non mollare, Geova è con te, presto riabbracceremo i nostri figli. >>

Una vostra sorella dall'Abruzzo_